domenica 6 novembre 2011

Nutrire la metropoli - Acqua il bene strategico del Parco Agricolo Sud Milano

Dal post precedente (transumanza) abbiamo potuto constatare che le rotte utilizzate dai bergamini seguivano le aste fluviali per terminare nelle aree fertili della pianura dove il bestiame poteva apprivigionarsi senza problemi.  Il tutto era dovuto al un sistema idrico naturale  (la linea dei fontanili) ed in parte a canali  costruiti dall'uomo nell'arco dei secoli. Questo reticolo idrico presente sia nel sottosuolo sia in superficie ha contribuito alla nascita ed alla gestione di un sistema agricolo tra i più ricchi in Europa.  Il bene strategico che ha contribuito a tutto ciò è l'acqua. La parte irrigua importante e fondamentale è quella a sud dei navigli, quella che oggi rappresenta il Parco Agricolo Sud Milano in quanto la parte a nord , non potendo beneficiare del reticolo, non ha sviluppato le stesse capacità produttive.
Dal medioevo,  con la costruzione dei navigli e del lavoro dei monaci Benedettini dei conventi del Milanese, il suolo ha potuto garantire una produzione sia in quantità sia in qualità.
La linea superiore dei fontanili separa la bassa pianura lombarda, regno della grande azienda irrigua, dall'alta pianura: sede, quest'ultima, di un'agricoltura povera, costretta a cercare integrazioni di reddito con attività extra agricole. Questa linea di separazione ratifica una diversificazione nella vocazione produttiva.
Fra l'Adda ed il Ticino vi è il cuore pulsante  di un'agricoltura i cui processi avviati secoli prima si portano a compimento nella seconda metà del Settecento. La progressiva estensione dell'irrigazione, la diffusione della risaia e l'ampliamento del prato irriguo, l'integrazione delle colture cerealicole con quelle foraggiere e l'allevamento stabile nelle cascine consolidano un sistema agricolo di elevata produzione.
Il ciclo chiuso, su cui si basava l'agricoltura che, utilizzando energia umana e animale  (entrambe rinnovabili), non era legata all'energia fossile, riusciva a produrre tutto quello di cui si necessitava per vivere. La cascina, insediamento di gruppi umani, all'interno della campagna ha sempre seguito i cicli naturali di produzione in perfetta simbiosi con tutti gli esseri viventi di cui doveva condividere le sinergie.
La rivoluzione verde rompe l'equilibrio tra uomo e natura ed attraverso i processi chimici di fertilizzazione e di abbattimento forzato, con l'uso dei pesticidi, di qualsiasi essere vivente che sia fastidioso alle culture ed  impone la monocultura creando nell'arco dei decenni un impoverimento dei terreni, un inquinamento delle falde acquifere e facendo decadere quello che per secoli era legato al ciclo stagionale ed alla vita stessa delle comunità nella cascina. Le cascine si svuotano e l'industria agricola è sempre più legata alle borse economiche che stabiliscono prezzi e modalità produttive.

Le colture più diffuse, oggi giorno, nel Parco Sud sono le seguenti: cereali 43%, riso 22%, prato 16%, altro 19%. Produrre per la metropoli implica la creazione di un legame  stabile tra chi produce e chi consuma eliminando gli anelli speculativi della filiera. Significa anche produrre ciò che  è parte  della tradizione alimentare del territorio legando il tutto ai cicli naturali ed abbandonando le forzature. Mantenere "pulito" il reticolo idrico, sia in superficie sia nel sottosuolo, significa garantire alle generazioni future un bene che possa essere utilizzato al meglio senza problemi di salute e soprattutto un bene che deve essere rispettato e  considerato, senza ombra di dubbio, patrimonio dell'umanità. 

Fonte
- G.Crainz: Padania
- La Repubblica 09/07/2011
- F.Ogliari:MIlano le sue acque e i suoi navigli

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