domenica 6 novembre 2011

Nutrire la metropoli - La transumanza

La Martesana, area est di Milano, è stata per decenni uno dei terminali delle rotte della transumanza bovina lombarda. I punti di partenza erano ubicati nella Val Sassina, Val Taleggio e Val Brembana dove i "bergamini", con cadenze ben stabilite, alla fine della stagione dell'alpeggio si organizzavano per la partenza verso la pianura. Un viagggio che durava diversi giorni con tutta la famiglia a aseguito, mucche, cani a supporto ed il carro dove venivano trasportati, oltre ai suppellettili, gli attrezzi per la preparazione del formaggio. L'organizzazione del viaggio permetteva di utilizzare punti sosta per il ristoro ed il riposo incluso le necessità degli animali, la mungitura e la preparazione del formaggio. Arrivati a destino venivano uccupate le stalle nelle località a sud del naviglio dove si poteva svernare sino all'attesa della primavera per il rientro in alpeggio. La scelta delle località a sud del naviglio, quelle che oggi sono parte integrante del Parco Agricolo Sud Milano, non era avvenuta a caso ma dovuta all'eccellente qualità delle erbe prodotte nei campi e del fieno estivo. La linea dei fontanili, il reticolo idrico dell'area e le marcite avevano contribuito alla coltivazione di un foraggio  e un'alimentazione di elevata qualità per il bestiame con la  conseguenza di una forte produzione di latte e  trasformazione in formaggi.  Molti  "bergamini" hanno poi deciso di riorganizzare il ciclo produttivo ed insediarsi definitivamente in Martesana aprendo caseifici dedicandosi a tempo pieno alla produzione casearia, pur mantenendo inalterato il ciclo della transumanza. 
Oggi la salvaguardia di un territorio che per secoli è stato gestito con cura  da una  manovalanza contadina specializzata nel controllo delle acque (i camperi) ci  permeterebbe  di non perdere il patrimonio di una materia prima come il tipo di foraggio coltivato. Ripercorrere il cammino della transumanza cogliendo anche le sfumature, che ha portato a quello che allora si poteva definire un distretto industriale del formaggio, si potrebbe interpretare come la possibilità di recuperare questo sapere e ricominciare una produzione casearia nuova,di  qualità, destinata direttamente al consumatore. 

Fonti:

Sergio Villa, Storia di Melzo
Guido Crainz, Padania
Michele Corti, I Bergamini

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